Comitato Nazionale per il centenario della morte di Leopoldo Franchetti (1847-1917). Ex D. D. 15/11/2016, rep. 516

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Comitato Nazionale per il centenario della morte di Leopoldo Franchetti (1847-1917). Ex D. D. 15/11/2016, rep. 516

Sotto l’egida del Ministero dei Beni Culturali si è costituito il Comitato Nazionale per il centenario della morte di Leopoldo Franchetti. Ne è stata promotrice l’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia, che lo ebbe fondatore e primo presidente nel 1911.
È un omaggio che l’Italia deve ad uno dei suoi maggiori meridionalisti, autore, assieme a Sidney Sonnino, delle inchieste sulle condizioni economiche e amministrative della Calabria e della Sicilia, realizzate negli anni Settanta del sec. XIX, che diedero un contributo decisivo alla maturazione della questione meridionale, non fosse per l’eco che suscitarono e per come furono accompagnate da un suo impegno costante in questa direzione.
Gli appunti inediti del viaggio da lui compiuto in Sicilia nel 1876 che l’ANIMI custodisce e che pubblicò a cura di Antonio Jannazzo nel 1995, costituiscono la prima profonda riflessione sul fenomeno della mafia, e conservano tuttora, nell’analisi storica e antropologica, una loro pregnante attualità.
Deputato e Senatore, precursore della moderna sociologia italiana, fu filantropo e sperimentatore di metodi didattici e di tecniche agricole, di cui lasciò traccia con iniziative nel Mezzogiorno e in Umbria, dove rimangono a lui dedicate significative istituzioni.
Fervido patriota, ormai avanzato negli anni, nel 1917, alla notizia della rotta di Caporetto, si toglieva la vita.

Leopoldo Franchetti a cento anni dalla scomparsaNel centenario della scomparsa di Leopoldo Franchetti si pone la necessità di rivalutarne la figura complessiva.
Al di là dell’attività di meridionalista, la cui importanza non può essere certamente sottovalutata, sono rimasti in ombra, anche per la perdita del suo archivio, altri aspetti della sua multiforme personalità. Si ritiene utile dare luce agli anni della sua formazione culturale e ai rapporti che Franchetti ebbe con la comunità ebraica di Livorno, alla quale apparteneva in origine la sua famiglia. Non meno importante è il periodo giovanile fiorentino, durante il quale entra in contatto con alcune importanti famiglie del liberalismo toscano (Cambray-Digny, Peruzzi, Sonnino) e compie i suoi primi viaggi. Il suo interesse per il Sud d’Italia probabilmente non è limitato alla scoperta della “questione meridionale”, in relazione a quel che sarebbe sempre più apparso come un dualismo Nord/Sud, ma era legato a problematiche di più ampio respiro relative ai fenomeni di trasformazione della società italiana ed europea, come quella della potenzialità delle masse, ciò che ne fa un sociologo ante-litteram. Sarebbe molto interessante vedere se in questo senso ci sono state delle influenze culturali provenienti dall’estero, con particolare riguardo all’Inghilterra. Testimonianza del suo impegno politico e culturale è la rivista “La Rassegna Nazionale”, che nasce nel 1878 e chiude nel 1882. Rivista che si avvale di illustri collaboratori e che può essere un ottimo strumento di studio.
Queste sue conoscenze favorirono l’emergere di un riformismo economico-sociale e politico, ovviamente all’interno di un’ottica liberal-conservatrice. Ciò spiega molto dell’incarico ricevuto da Crispi nel 1890 di Commissario civile per la colonizzazione dell’Eritrea con l’obiettivo di effettuare esperimenti agrari, periodo sul quale sarebbe necessario ritornare. Nello stesso anno si sposò con Alice Hallgarten, vicina a lui negli ideali di elevazione sociale delle classi meno abbienti, e figura, quest’ultima, sulla quale si dovrebbero approfondire ulteriormente gli studi.
Tratti di questo riformismo sono ravvisabili nel suo approccio nei confronti dei patti agrari e della mezzadria, rispetto alla quale si legava alla tradizione più evoluta del moderatismo toscano, e nella possibilità di trasformazione del salariato agricolo in una comunità di piccoli proprietari indipendenti, che costituisce uno dei tratti qualificanti del liberalismo italiano. C’è dunque un collegamento tra il suo approccio sociologico e il suo atteggiamento sul piano politico, nell’ambito del quale proponeva riforme come l’introduzione della proporzionale e il suffragio universale.
L’obiettivo è pertanto quello di tornare ad uno studio della figura di Leopoldo Franchetti che non sia limitato alla sola attività di meridionalista ma ne evidenzi le multiformi attività e ne colga la profondità del pensiero politico e sociale.

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