Intervento di Gerardo Bianco, presidente dell’ANIMI, al convegno: Gabriele Pescatore: l’uomo, il giurista, il meridionalista, svoltosi a Roma, presso il Consiglio di Stato, il 12 dicembre 2016

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Intervento di Gerardo Bianco, presidente dell’ANIMI, al convegno: Gabriele Pescatore: l’uomo, il giurista, il meridionalista, svoltosi a Roma, presso il Consiglio di Stato, il 12 dicembre 2016

Intervento di Gerardo Bianco

“Gabriele Pescatore l:uomo, il giurista, il meridionalista“Signor Presidente, signori Magistrati, cari Familiari,

il legame che Gabriele Pescatore ebbe con l’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia, fu intenso, profondo e per noi molto significativo. Entrò all’ANIMI, come consigliere, in un momento particolare, quando l’antica Associazione, fondata nel 1910 dai grandi meridionalisti dell’epoca, Giustino Fortunato, Leopoldo Franchetti, Gaetano Salvemini, stava affrontando una trasformazione profonda.
Il tempo, per così dire epico della vita dell’Associazione si stava concludendo, quando, in assenza dell’iniziativa statale, l’Ente aveva aperto e condotto più di duemila scuole nel Mezzogiorno d’Italia, organizzato, nel corso della I guerra mondiale, il flusso delle migrazioni interne dalle regioni del Nord coinvolte dagli eventi bellici a quelle meridionali, dato risposte concrete alle estreme necessità seguite alle catastrofi naturali che così spesso colpivano il Sud Italia, e tanto altro. Ma fu proprio lo sviluppo, la crescita del Paese, nel secondo dopoguerra, a cui anche Gabriele Pescatore avrebbe dato un potente impulso con la sua leggendaria presidenza alla Cassa per il Mezzogiorno, a mutare la situazione sociale e politica dell’Italia, chiudendo quella prima fase dell’intervento dell’Associazione.
L’ANIMI dovette così cercare un nuovo modulo organizzativo per essere presente nel tessuto civile e politico del Mezzogiorno. La scelta fu quella di indirizzare l’attività verso una dimensione marcatamente culturale e proprio in quegli anni, nel 1978, Gabriele Pescatore entrò nel nostro Consiglio direttivo.
Permettete che io pronunzi i nomi delle persone che in quell’anno, insieme a Pescatore, vi furono cooptate: Francesco Compagna, Vittore Fiore, Rosario Romeo, uomini che hanno scritto pagine importanti nella storia civile e culturale dell’Italia.
L’impegno di Pescatore nel Consiglio dell’ANIMI fu costante, malgrado nel 1981 fosse stato eletto presidente del Consiglio di Stato e così gravato di ulteriori incombenze, ciononostante, la sua presenza non venne mai meno. Fu una presenza, come testimoniano i verbali di quegli anni, attiva. L’Ente aveva bisogno di consigli giuridici e, come ha ricordato il presidente Pajno, il grande giurista fece valere la sua competenza e le sue conoscenze tecniche. Si trattava di recuperare attività che rischiavano di scomparire. La Società Magna Grecia, che era nata in seno all’ANIMI e che era stata protagonista delle straordinarie campagne di scavo di Paestum e di Sibari, dopo una lunga interruzione riprese, grazie anche ai suoi suggerimenti, una attività che, purtroppo, la cultura italiana non ha ancora sufficientemente compreso.
Dobbiamo rivolgerci a riviste scientifiche tedesche o francesi per capire che cosa ha significato per la cultura italiana catalogare le circa 6.000 tavolette risalenti al IV secolo a.C. rinvenute nella zona di Locri Epizefiri ed oggi custodite nei Musei di Locri e di Reggio Calabria. Fu Gabriele Pescatore che risolse il problema di reperire i finanziamenti necessari alla schedatura e alla catalogazione dei reperti, suggerendo di utilizzare, per le borse di studio da assegnare ai giovani archeologi impegnati nel progetto, un legato che la generosità dei donatori aveva destinato all’ANIMI e che l’Associazione aveva sempre serbato intatto.
Si riuscì, così, seguendo i suoi suggerimenti, a pubblicare l’intero Corpus dei Pinakes in quindici volumi, concludendo, in tal modo, un’opera straordinaria che, come ha sostenuto Giovanni Pugliese Carratelli, ha aperto nuove prospettive di conoscenza e di ricerca sulla storia delle regioni magnogreche.
Voglio ricordare, tra i tanti, un episodio del 1991, che lo vide protagonista, quando, discutendosi in Consiglio sulla proposta di un convegno da tenersi a Milano, Pescatore intervenne chiedendosi se convenisse davvero organizzare l’incontro in quella città dove la disattenzione dei giornali ai temi del Mezzogiorno d’Italia non ne avrebbe garantito la giusta diffusione.
Tale disattenzione l’ho riscontrata anche al momento della sua scomparsa. È stato solo Roberto Napolitano, direttore de Il Sole24Ore, a ricordare splendidamente la sua figura, colpita da una sorta di damnatio memoriae, consona ai tempi che stiamo attraversando. Ma, a poco a poco, quasi per moto spontaneo, hanno iniziato ad apparire su giornali e riviste scritti e articoli in cui è stato ricordato come una delle grandi figure della storia politica e civile del nostro Paese.
Fu Pescatore, nel 1998, a suggerire il mio nome per la presidenza dell’ANIMI. Ero allora estraneo a quell’ambiente e non tutti furono d’accordo, ma egli usò nei miei confronti espressioni che sono riportate nel verbale di quella seduta del Consiglio e che ancora mi toccano.
Conobbi Pescatore ai tempi della mia giovinezza quando, appena laureato, più volte mi ricevette come fossi persona già ricco di esperienza. In quelle occasioni mi colpì la sua grande finezza, il senso austero, quel richiamo alle regole che ritroviamo nei verbali delle sedute consiliari della nostra Associazione. Credo che in questi nostri incontri giocasse anche la simpatia che provava per un conterraneo, un’affinità di cui sono stato sempre orgoglioso: lui di Serino, il paese dei castagneti, io di Guardia Lombardi, dove pure si producevano castagne, ma più piccole di quelle della sua terra nota per i marron glacé. Su questo scherzavamo, una città che lui amava, un ritorno che spesso veniva ripreso nei nostri discorsi.
Quella di Pescatore è stata per noi una presenza molto importante. Voglio ricordare l’ultimo incontro pubblico, quando presentammo, nel 2008, il suo volume La Cassa per il Mezzogiorno. Un’esperienza italiana di sviluppo, nella Sala Igea della Enciclopedia Italiana Treccani. Ne uscì soddisfatto, perché in quella sede fu messo in luce il ruolo che aveva avuto, il dato che durante il periodo della sua presidenza, come ricorda Adriano Giannola, per la prima volta il divario tra Nord e Sud si fosse ridotto. La ’’maledetta’’ Cassa per il Mezzogiorno era stata, infine, il grande volano di sviluppo del nostro Paese.
Il 2008 fu l’anno in cui cessò di prendere parte alle riunioni dell’Associazione. Malgrado la sua assenza il Consiglio lo ha sempre rieletto tra i suoi membri perché la presenza non è solo quella fisica. Pescatore aveva contribuito a creare un’atmosfera che ha segnato la nostra storia recente e di questo gli siamo grati.
Ringrazio Lei, Presidente e tutti coloro che hanno organizzato questo incontro, credo, però, che si debba continuare a ricordarne la figura perché c’è ancora tanto da trarre dalla sua opera, oltre che di giurista, come già è stato detto, di uomo, di signore, aristocratico nel pensiero, aperto al contatto con la gente.


   

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